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Sociologia della cultura – Wendy Griswold – INTERO | 19/12/2010

Alcuni brevi commenti a caldo sul testo “Sociologia della cultura” – ovviamente come al solito si consiglia di leggere l’opera.

Sociologia della cultura: tentativo di individuare e sottolineare i rapporti reciproci tra struttura sociale e fenomeni culturali, è nata da poco ma assume sempre più importanza con il crescere della globalizzazione e degli incontri fra società. Nessuna società può sussistere, perpetuarsi e riprodursi senza una rete di significati – norme, valori, credenze, simboli espressivi – che nel loro insieme definiscono la sua cultura. Tuttavia la complessità emerge se si considera la percezione dei singoli, sia interni che esterni alla realtà culturale, in relazione ai significati stessi che sono recepiti, analizzati e re-inviati.  Ancora più ricca e attuale è la problematica dell’interazione tra diverse culture, che, nel nostro mondo, sta configurando, per effetto della globalizzazione, una tensione drammatica tra spinte alla fusione interculturale e spinte alla frammentazione identitaria.

Il modello proposto è quello geometrico del “diamante culturale”, composto da:
oggetti culturali: simboli, credenze, valori e pratiche condivise;
creatori culturali: individui o organizzazione che producono gli oggetti culturali;
destinatari culturali: coloro che fruiscono degli oggetti colturali;
mondo sociale: ambiente di riferimento.

Ogni elemento è connesso agli altri in una prospettiva inscindibile per chi volesse analizzarlo a fondo. Non puoi ad esempio analizzare il logo della Apple senza considerare chi lo ha prodotto (marketing della società), i destinatari (una specifica fetta del mercato) e il mondo sociale di riferimento (inteso come mondo informatico, mondo del marketing e mondo assoluto).

La cultura è prodotto collettivo in quanto basata su un apparato interposto tra i creatori di cultura e i consumatori, che comporta meccanismi di produzione e di distribuzione, tecniche di commercializzazione, la creazione di situazioni che mettono a contatto potenziali consumatori di cultura e oggetti culturali.

Nella nostra società, tale apparato s’identifica con l’industria culturale (ovvero ll’insieme di organizzazioni che producono articoli culturali di massa); scopo finale è quello di trasformare l’innovazione in commercio.

Il concetto di industria culturale è un sistema interattivo (Hirsch) dove creatori interagiscono coi manager e coi produttori, i quali a loro volta creano un prodotto che viene accolto dai consumatori. Le scelte di questi ultimi influenzano i creatori e soprattutto manager e produttori. Questo discorso vale per ogni oggetto culturale, a partire dalla produzione di massa fino alle creazioni mentali assolute quali filosofie e religioni (nel testo si esemplifica con la religione dove il fondatore è il creatore, i teologi e la Chiesa rappresentano il sottosistema manageriale che adatta il messaggio per renderlo fruibile agli utenti, i quali lo ricevono e lo interpretano, costringendo talvolta la Chiesa a cambiare alcuni aspetti dottrinali).

Il mercato culturale rappresenta la struttura fra produttori e consumatori (massa stratificata ed eterogenea), in un mondo in perpetua competizione per ritagliarsi angoli di mercato.

Libertà d’interpretazione culturale: ha due accezioni, la teoria della cultura popolare, secondo la quale “la gente può costruire qualunque significato (i ricevitori sono forti/gli oggetti culturali sono deboli)“; “essa assume che non vi siano distinzioni, che non vi siano rappresentazioni culturali migliori o peggiori, più ricche o più povere, ispirate o deprimenti, elevate o pornografiche, ma che vi siano solo tipi di persone diverse che fanno esperienza di oggetti culturali attribuendo ad essi significati differenti. Il significato diventa così in assoluto una funzione della mente del ricevente.“.
La teoria della cultura di massa sostiene invece che “la gente deve sottostare ai significati che sono intrinseci agli oggetti culturali (gli oggetti culturali sono forti/i ricevitori sono deboli)“; “i significati culturali sono strettamente controllati e i ricevitori non hanno alcuna libertà d’interpretazione“.

L’industria culturale quindi crea intrattenimento su larga scala, basato su un minimo comune denominatore di gusto.

Elementi importanti per una teoria della sociologia della cultura in chiave attuale sono i nuovi media che creano relazioni a distanza, e permettono una diffusione pervasiva dei mezzi di informazione e produzione culturale.La cultura comunque non è globale ma assume elementi dalla globalità pur rimanendo localizzata (si parla di glocale) e quindi non veicola significati profondi.

POST NON ANCORA COMPLETATO – SARA’ COMPLETO ENTRO IL 25 DICEMBRE

Non è stato riassunto e commentato il capitolo 2 che di fatto è una rassegna storiografica; questa parte quindi manca totalmente dall’opera


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